martedì 23 dicembre 2014

Il tema del mercoledì


Mi è tornato fra le mani un mio quaderno di italiano di quinta elementare, anno scolastico 1966-1967. Ho pensato che questo tema infantile potesse trovare spazio nella mia rubrica settimanale. Una cosa mi ha un poco intristito, rileggendolo: l'ostinazione ad essere un bravo bambino, che mi perseguitava e mi ha fatto compagnia, a partire dalla seconda elementare, sino a pochissimo tempo fa. Per fortuna me ne sono liberato e ho ritrovato, a decenni di distanza, quella spontaneità che finalmente Gesù Bambino ha voluto donarmi.






Tema
Come ho passato le vacanze natalizie
Svolgimento

Come tutti gli anni, anche in questo, ho aspettato con ansia che iniziassero le vacanze natalizie, nonostante sia ormai grandicello e devo pensare più allo studio che al divertimento.
Tutti gli anni, in questo periodo, le scuole chiudono, per alcuni giorni, i loro battenti, lasciando trascorrere agli scolari, nell’intimità familiare, le feste più importanti dell’anno: il S.Natale, S.Stefano e Capodanno.
Alla vigilia del S.Natale, nella mia casa fervevano gli ultimi preparativi. I muri, le finestre, le porte, i lampadari erano addobbati con fili, palle e carte multicolori. Ero meravigliato nel vedere la mia casa trasformata in un Luna Park.
Ma ogni tanto la mia gioia era turbata da un sentimento d’ansia. Ogni volta che pensavo al giorno successivo, ai regali che gentilmente avrei ricevuto, il mio cuore palpitava forte, forte. Non mangiai e mi coricai presto. Pregai il Signore di assistermi durante la notte. Ma non riuscii a prendere sonno, tanta era l’angoscia e il desiderio di vedere i doni. Finalmente mi addormentai. Nella mia mente frullavano i più strani pensieri. Furono le campane, che suonavano a festa, a svegliarmi.
Mi alzai e, con gli occhi semichiusi, mi avviai verso il salotto. I miei genitori e i miei fratelli erano già accanto ai loro doni. Solo i miei erano lì, abbandonati.
Fu tale la meraviglia che lanciai un grido di gioia. Il cuore mi batteva forte e camminavo a stento. Erano molti, nuovi, lucenti. Essi comprendevano: la roulette, la dama e gli scacchi, un libro, un binocolo e una penna stilografica. Il dono che più m’è piaciuto è stata la roulette. E’ un gioco strano e affascinante. Dopo aver assistito alla S.Messa, m’incamminai verso casa con una strana sensazione. Sentii il mio cuore battere forte, quasi a dire: “Sii più buono.”
Già da quando salìi per le scale, capii che la tavola era imbandita. Il buon profumo dell’arrosto innondava l’aria. Appena entrai: “Oh, meraviglia!” Sulla tavola imbandita c’era il tacchino e lo zampone. Faceva bella mostra il panettone, dolce tradizionale.
Dopo aver consumato il pranzo, giocai con i miei fratelli e poi, stanco, mi coricai. Pregai e ringraziai il Signore e aggiunsi un’altra preghiera, la più bella, la più spontanea, quella di essere sempre bravo così. Le altre giornate le trascorsi nell’intimità familiare ma sempre con un sentimento d’ansia. Ora non più per i doni ma per l’anno vecchio. Pensavo che tra poco doveva partire con le sue giornate felici e le sue giornate tristi. Pensavo all’anno nuovo, anch’egli con giornate belle e brutte. Finalmente ecco, tutto è pronto. La mezzanotte sta per scoccare, il brandy è pronto. I calici vuoti. Ecco, la mezzanotte scocca, il frizzante liquido entra nei calici. Tutti brindammo. Oh, che bei momenti!
Ora sono qui, nel banco, intento a fare il tema ma contento di aver mantenuto la promessa di essere buono.


Gennaio 1967

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