mercoledì 24 settembre 2014

I 'vecchietti' alla riscossa

                                                                                         foto da google immagini

Giovedì sera, 25 settembre, ore 20.45, teatrino 'Santuccio' di via Sacco, a Varese, si terrà un convegno, durante il quale si parlerà di Varese, del suo futuro, del dialogo fra politici e cittadini eccetera. E' stato organizzato da 'La piccola vedetta lombarda' e UniversAuser. Verranno poste dieci domande al nostro borgomastro Attilio Fontana (foto in alto), che non so se ci sarà oppure declinerà l'invito. A partire dalla questione del posteggio a Villa Augusta, e soprattutto da questa primavera 2014, con la questione del posteggio alla Prima Cappella e poi del taglio dei cipressi ai Giardini Estensi... un gruppo di miei amici 'vecchietti' (e lo dico con simpatia, perché hanno solo qualche anno più di me) si sta dando molto da fare, a difesa del futuro di Varese. Abbiamo il Comitato Varese 2.0, animato dall'amico Daniele Zanzi (qui addirittura con la Regina Elisabetta) e dall'ex grande atleta Roberto Gervasini (con bandiera tricolore), poi 'Varese 2020' e infine 'La piccola vedetta lombarda', che vede come capofila il noto prof del Liceo Scientifico 'Ferraris' (prof di mia moglie Carla) Valerio Crugnola (La Coste verde). Molto attivo è anche l'ex amministratore DC Giuseppe Terziroli (al telefono).  Valerio mi ha chiesto, in caso di partecipazione, di leggere una mia poesia in dialetto, ambientata al Sacro Monte. Non so se ci sarò, per vari motivi e anche perché sarei un pesce fuor d'acqua: sono favorevole al posteggio alla Prima Cappella, non credo molto ai referendum e alla partecipazione diretta dei cittadini, soprattutto su questioni tecniche, e non ho una visione così negativa della mia Varese, definita dagli organizzatori una landa desolata, degradata, senza futuro. Eppure non sono nemmeno leghista. Ma forse andrò. In ogni caso auguro agli amici una grande partecipazione e metto qui la poesia che avrei dovuto leggere. Non si parla di posteggi e di mancanze dei politici. Le questioni sono più esistenziali, stringenti, drammatiche, vitali. 


La banchèta dul tramunt
di carlozanzi

Gh’è ‘na panca da prea pasà la Setima,
la gran Capela du la flagelaziùn,
a l’è la me banchèta dul tramunt,
ma seti giò, par mi gh’è pü nissün.

Vo lì quand cal fa frecc e tira vent,
cunt l’aria fina i niul in partì;
vo lì par imparà ma sa fa cito,
parché ma piass sentì sa diss ul dì;

ul dì quand l’è vegnüü ‘l mument da nà,
quand gh’è pü temp par dì: ‘Sa vedarà’.
E ‘l dì al sa fa ross par la vargogna
di robb trasà, dul ben dismentegà.

Ma l’è bell chel culur dra verità,
föögh frecc, fiama pizava pasà ‘l lagh.
E quand ul su l’è naj ma vegn da dì:
‘Sa l’è inscì bel murì, vörì murì.’

Ma ‘n boff da vent gerà pizìga i oss:
‘Vegn nott, vegètt, camina cal fa frècc.’
Inscì, mia tant persuas, ma drizi in pè,
disi ‘n patèr e turni al me mistè.

Intant ul su l’è mòrt dumà par mi,
la so crapa pelada sbusa ‘l mar,
la nott l’è bela e prunta par murì,
dasi dasi sa pìza n’altar dì.

3° classificato
Concorso Poeta Bosino 2012
31 gennaio 2013


  






La panchina del tramonto

C’è una panca di pietra passata la Settima,
la grande Cappella della flagellazione,
è la mia panchina del tramonto,
mi siedo, per me non c’è più nessuno.

Vado lì quando fa freddo e tira vento,
con l’aria pura le nuvole sono partite;
vado lì per imparare come si fa silenzio,
perché mi piace sentire cosa dice il giorno;

il giorno quando è venuto il momento di andare,
quando non c’è più tempo per dire: “Si vedrà.”
E il giorno si fa rosso per la vergogna
delle cose sciupate, del bene dimenticato.

Ma è bello quel colore della verità,
fuoco freddo, fiamma accesa al di là del lago.
E quando il sole se n’è andato mi viene da dire:
“Se è così bello morire, voglio morire.”

Ma un soffio di vento gelato pizzica le ossa:
“Arriva la notte, vecchietto, cammina che fa freddo.”
Così, non tanto convinto, mi metto in piedi,
dico un padre nostro e torno al mio lavoro.

Intanto il sole è morto solo per me,
la sua testa pelata buca il mare,
la notte è pronta per morire,

adagio adagio si accende un altro giorno.


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