martedì 25 marzo 2014

Umberto, poeta


Che coincidenza. Anni fa facevo parte della giuria del Premio di poesia e narrativa 'Beato Federico Ozanam', insieme a GiPi Cottini e ad altri. Nella 2^ edizione del premio, al 2° posto fra le poesie arrivò Umberto Belardinelli (foto) con 'Voce mea ad Dominum clamavi': era il 19 novembre del 2000. Parlando di recente con un mio nuovo vicino di casa ho saputo che scrive poesie, e gli ho chiesto di farmene avere qualcuno. E cosa scopro? Che si tratta proprio di quell'Umberto Belardinelli, che avevo completamente dimenticato. Ecco allora, a 14 anni di distanza, la sua poesia premiata, che ci riconduce a San Francesco d'Assisi:  


VOCE MEA AD DOMINUM CLAMAVI
di Umberto Belardinelli

E’ distante la battaglia
dove il tuo sonno non è giunto,
dove nell’aria lacerata dalla morte
l’umiltà ferita si rialza.

E’ strano l’abito che indossi:
non è tessuto in nobiltà
e traccia parole nuove nell’era volgare,
nella terra di Aton e nel tuo cuore.

Ti sorveglia chi è Padre d’ogni tempo
sulla tosca cima del Verna,
dove il Golgota incide le tue mani
ed al cui tocco è docile la zanna.

Tu non comprendi il nulla
nella nudità delle ferite,
e lodi tutta la natura
poiché la carità non mente.

L’immensa cavità del tuo dolore
si colma di preghiera;
il vento soffia canti di Clarisse
sulla dura terra, dove la Tua voce
cerca l’Eterno e ancora dolce, riecheggia,

nei precipizi del mio tempo.

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