giovedì 13 marzo 2014

Larghi! No, Grassi!



Ogni giorno tutti noi, chi più chi meno, combattiamo una guerra silenziosa, per camuffare e minimizzare gli acciacchi che, di tempo in tempo (e in progressione dolorosa) si affacciano alle nostre giornate. Per dignità, orgoglio, spirito di sopravvivenza, consapevolezza che resistere è la sola via, sorridiamo alla sorte più o meno avversa e tiriamo avanti, finché non ce la facciamo più e ci adagiamo sulle braccia accoglienti della medicina. Naturalmente io non faccio eccezione. Una delle battaglie che sono costretto a combattere riguarda una 'lieve' perdita di memoria, soprattutto riferita ai cognomi. Essendo di professione insegnante, i cognomi me li devo ricordare. Anche perché sono importanti quando si sgridano gli alunni. Del resto sono note le mie urlate, durante le quali urlo il cognome e mostro occhi infuocati, che in genere paralizzano l'alunno. Ma se il cognome non mi sovviene, perdo l'attimo e rimangono solo gli occhi infuocati e gli alunni che si domandano dove stia cadendo il mio sguardo cattivo. E allora punto l'indice accusatore, urlando: "Sì, tu, proprio tu, sai bene che non stai lavorando!" E poi ci sono gli errori clamorosi, come stamani, quando sbaglio cognome, e un Grassi diventa Larghi. In effetti sapevo che il cognome di quell'alunno aveva attinenze col fisico, e allora Larghi ci poteva stare. Ma non era il cognome giusto! 

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