giovedì 13 marzo 2014

Herbert 33


Herbert

di franco hf cavaleri



Parlarsi

Lui: meno male che la tribù se ne è andata, esco a chiudere la rimessa.
Lei: un momento, vieni qui che devo dirti una cosa.
Lui: aspetta che faccio in un attimo e torno dentro.
Lei: no, te lo devo dire adesso.
Lui: ehi, non farmi preoccupare, che succede?
Lei: niente, voglio solo dirti grazie.
Lui: grazie?
Lei: sì, grazie perché mi hai amata… e subito.
Lui: che dici, cos’è questo discorso?
Lei: dopo tutta la baraonda del pranzo con le famiglie dei nostri figli, voi maschi vi siete messi a giocare con i nostri nipoti, invece le donne hanno cominciato a parlare tra di loro.
Lui: già, cose di donne, chissà che panni ritagliati.
Lei: sai, parlavano dei loro matrimoni, dello stress dei preparativi, della frenesia del giorno delle nozze, insomma della stanchezza anche per la prima notte.
Lui: non me lo dire… io non vedevo l’ora di saltarti addosso.
Lei: per questo ti dico grazie, stanco o non stanco invece tu mi hai amata all’istante.
Lui: beh, non per vantarmi, ma quelle sette volte ci stavano tutte, un po’ svegli e un po’ nel sonno, finalmente nel nostro bel lettone.
Lei: cinque volte, la prima notte sono state cinque.
Lui: ma no, erano sette, le canoniche sette.
Lei: no caro mio, me lo ricordo bene, sono state cinque.
Lui: peccato e io che mi vantavo… vabbè, ma anche cinque non era male.
Lei: sette!
Lui: sette di che, ora?
Lei: sette sono state la seconda notte.
Lui: ah, mi pareva che un sette ci fosse stato, ora mi sento meglio, molto meglio e anzi, ora che ci fai pensare che ne diresti se…
Lei: ehi tu, conosco quella faccia da pesce lesso, che ti sta venendo in testa?
Lui: prova a indovinare, dopo che mi ci hai messo tu in questi discorsi.
Lei: ma l’abbiamo fatto l’altra sera, poi alla nostra età, non fare lo scemo.
Lui: mica siamo decrepiti, non ti farai mica pregare?
Lei: sei matto, e se i nostri tornano indietro come ci trovano?
Lui: quelli a quest’ora non solo sono a fondo valle, ma di sicuro già si sono buttati in autostrada.
Lei: ma tu non dovevi andar fuori a chiudere la rimessa?
Lui: mica le cose scappano via, ci penso “dopo”.
Lei: ma io devo ancora sistemare la casa, lavare i piatti.
Lui: ti ci aiuto io “dopo”.
Lei: ma c’è la porta aperta.
Lui: la porta te l’ho chiusa a chiave.
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Lei: vecchio sporcaccione, cosa mai mi è venuto in mente di parlartene.
Lui: adesso ci ragioniamo sopra, di là.
Lei: ma potremmo aspettare stasera, con calma.
Lui: è già quasi sera…
Lei: e va bene martirio, ma guarda te cosa ti è frullato in capo…

33-continua

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