sabato 15 febbraio 2014

Herbert 13


Herbert
di franco hf cavaleri




...si sentiva solo, disperatamente in fuga


Chiuse gli occhi nel buio del cinema, erano nascosti nella fila più lontana, un’ultima esitazione dopo molte altre in quei lunghi minuti, poi si piegò verso Lisa, cercandole le labbra. Così Herbert aveva trovato la dolcezza attesa del bacio, subito ricambiato dall’esperienza della sua ragazza, la prima per davvero, tutt’altro che le solite, “piccole faccende” di scuola. Altre storie importanti le avrebbe avute negli anni a venire, rapporti anche intensi sia pure non definitivi, qualcuno gestito in città, ma preferibilmente in altri luoghi e in altre regioni come in una rete che veniva incontro al suo desiderio di muoversi, spaziare, forse anche evadere.
Parecchio tempo sarebbe passato prima di conoscere quell’altra ragazza, ben più importante, che sarebbe diventata la donna della sua vita.
Di Lisa a ogni buon conto il primo ricordo, dicono che non si scorda, anche se oggi scaturiva da un tempo lontano, in un particolare, buio momento del suo essere uomo e mentre da solitario stava cercando di tirare le somme della sua vita.
Già, il ricordo.
In verità il primo avrebbe dovuto essere di un’altra, di quella maestrina che faceva la signorina in una delle colonie lungo la spiaggia romagnola e che lui aveva conosciuto mentre era fotografo e cineoperatore in un provvidenziale lavoretto estivo.
Ricordava quel viaggetto nel chiuso del retro di un vecchio furgonato che saliva lentamente per il lungomare, con la complicità di un comprensivo autista e di una vecchia coperta. Poteva nascerci una storia seria, forse. Non era successo.
Così c’era Lisa.
Un castigato decolté di quarta misura, si imponeva prepotente su un’asciutta figura taglia seconda, una morigerata minigonna non litigava con un faccino da catechista.
Un carattere sognante, riservata, ma era facile parlare con lei.
L’aveva conosciuta a scuola, frequentava non il corso A ma quello della canzone allora in voga, una Lisa che stava in classe seconda B. Era l’amica del cuore di una compagna di Herbert, curiosamente tutto l’opposto con la sua figura rotondetta e bionda e un carattere estroverso a dir poco.
Non aveva più rivisto Lisa dopo la scuola, del resto lei apparteneva a un tempo lontano, a un’esistenza cessata e a una gioventù pressochè dimenticata, svanita nei mille rivoli della vita del “dopo”.
Da ricordare di lei forse le ansie e i timori di quei primi momenti, il rischio di perdere nell’inevitabile confronto con quell’altro, più esperto, perché e inaspettatamente Lisa lo aveva scelto dopo aver rotto con il suo ragazzo “storico”.
Non era stato per lui facile osare il primo bacio, temeva di non farcela, non era come per i filarini che s’intrecciavano dentro e fuori la scuola.
Lisa aveva avuto un’esperienza con un ragazzo più grande, una famiglia benestante, una bella macchina, quello che si diceva un buon partito.
Davvero incredibile che avesse scelto lui, neppure lo straccio di un’auto propria a dare ricovero a un’intimità da ricercare nei luoghi più impensati.

13-continua

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