mercoledì 25 settembre 2013

Il parere di Enrico

                                                                                              foto valentina zanzi




Ho chiesto al mio amico Enrico Tediosi (in foto), noto poeta dialettale, di farmi avere il testo di ciò che ha detto giovedì 19 settembre, alla libreria Feltrinelli, in merito al mio libro 'Valzer par Varés'. Gentilmente mi ha inviato lo scritto, che qui propongo, ringraziandolo:



Intervento di Enrico Tediosi alla libreria ‘Feltrinelli’  19.09.2013

Conoscevo Valzer par Varés interpretato da Lidia Munaretti e consorte che un giorno, essendo loro soci del Cenacolo, durante una riunione dello stesso avevano chiesto di poterlo cantare per noi. Era una poesia di Carlo. Quella poesia/canzone oggi me la trovo come titolo di un libro dedicato  a Varese, città che Carlo ama profondamente. Il giorno che mi ha
chiesto se avevo piacere di dire due parole alla presentazione del suo libro ho detto sì senza pensarci su. Del resto era stato lui 13 anni fa a fare l’articolo sul mio primo premio al Concorso di Poeta Bosino. Che dire, è un bel libro, un atto d’amore verso la sua città, verso sua moglie, suo padre, i suoi figli, brava Valentina per la splendida copertina, verso la lingua
bosina e tutte le sue sfumature…..bello Valzer par Varés….Potrete, se deciderete di leggerlo, trovarci tanto dell’anima di chi ha scritto questo libro, il tormento e i dubbi del suo rapporto con Dio, in fondo una profonda religiosità che si riscontra tra le righe in tante pagine, poi la politica, lui biografo di Maroni che non fa bruciare nel falò di Sant’Antonio
un biglietto secessionista e un po’ razzista del Borgomastro di un paese del Nord, lui che ricordando filastrocche antiche trova il modo di spiegare l’accordo Bossi/Berlusconi in modo simpatico, lo sport (parte integrante e importante della sua vita e forse avrebbe voluto essere Ganna o Binda. L’attenzione per quello che lo circonda e qui il perché del suo essere giornalista, un modo di esporre pensieri e sensazioni immediato e piacevole, ha il dono della sintesi e di conseguenza non annoia chi lo legge. C’è l’uomo che ha vissuto e vive passioni che partono dal ragazzino che è atteso da una coetanea al campetto dell’oratorio e che vive una trasferta in “Morini” col cuore in gola e che sfoga in pugno, forse l’unico della sua vita l’amarezza di un attesa andata delusa, c’è Patrizia che orgogliosamente dice:« Sì è il mio fidanzato!!» e poi sparisce dimenticata come tutte le cose che non hanno futuro ma che si ricordano volentieri in contesti diversi, c’è il ragazzino che ricorda le nostre tradizioni e ha nostalgia delle “mondelle”, una volta un rito novembrino in tutta la provincia di Varese.
E poi ancora l’autore che ha avuto e ha la fortuna di avere un padre ancora da sopportare,
un padre che ama profondamente e si sente in tutte le sue parole, ancora lui e i suoi dubbi quando confessa il prete (nelle intenzioni) e lo mette in imbarazzo…. E poi ancora Carlo che si mette a nudo mentre sua moglie si addormenta sulla cassapanca, posto singolo e lui ha apprezzamenti che la moglie leggendolo potrebbe fargli pagare, ma proprio in quell’occasione traspare tutto l’affiatamento di una coppia consolidata che è ben conscia della realtà e non si perde in inutili smancerie ma è abituata a dirsi le cose in faccia.

Un bel libro, se volete andare a ritroso nel tempo e farlo con parole e atteggiamenti moderni, beh, leggetelo! E se non parlate dialetto, leggete la traduzione italiana, sono belle poesie in tutt’e due le versioni. Avrei, e Carlo lo sa, qualcosa da dire sul modo di scriverlo il dialetto, ma questo è un argomento che se l’autore accetterà di entrare a far parte finalmente del Cenacolo svilupperemo insieme a parte e in un'altra sede. Io adesso posso solo ringraziarlo per il fatto di credere ancora nella validità di quella che noi dialettali consideriamo una lingua, la lingua della terra che ci ha visto nascere, indipendentemente dal colore politico di ognuno di noi, una lingua che amiamo e punto, che non ha codici, che non ha depositari della verità assoluta ma che merita di essere conservata e, se possibile trasmessa ai nostri figli, già, lasciarne una testimonianza come quella di Carlo è importante. Vorrei chiudere questa mia breve riflessione leggendo una poesia che forse non è la migliore di quelle che fanno parte del libro ma è senza dubbio originale perché una poesia a un fiammifero penso che siano pochi i poeti viventi e non ad averla dedicata.    

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