sabato 20 ottobre 2012

Quel giorno che tremò la notte 1



Carlo Zanzi

Quel giorno che tremò la notte

                                         A quanto hanno visto e sentito
                                         tremare la notte



UNO

Prima di insaporirsi, la sua giornata iniziò con uno sbadiglio.
Roberta era nata a marzo, il diciassette. Mancavano pochi giorni al suo compleanno ma il pensiero della festa non fu in grado di regalarle la forza per uscire dal letto. Nella malinconia di un risveglio senza voglie, cercò nel recente passato qualcosa di bello. Che le desse coraggio.
Il giorno prima era stata con un’amica sulla sommità del Duomo di Milano. Erano sbucate dalla galleria Vittorio Emanuele; la candida facciata del Duomo le aveva ricordato le scogliere di Dover.
Milano, a marzo, può regalare giornate di vento e di cielo terso. Era stata la sua amica a proporle la salita fra le guglie.
“Ci sei mai stata là sopra?”
“Da bambina” aveva risposto Roberta.
“Ci andiamo?”
“Andiamo.”
“Ci faranno salire fino alla Madonnina?”
“Non credo.”
Infatti così in alto non erano arrivate ma si erano alzate abbastanza per poter vedere i tetti di Milano, i clienti della Rinascente girare fra la merce, i milanesi in piazza Duomo ridotti a colombi, e i colombi a formiche.
“E’ una figata” aveva detto Roberta, prolungando lo sguardo sino al Monte Rosa e alle altre cime innevate, a occidente. E a oriente la Grigna, la Grignetta, il Resegone, il monte Legnone verso la Valtellina.
Roberta non conosceva il nome delle vette ma aveva gustato per un attimo il sapore dello stupore che regala la natura, quando è benigna, resa brillante dal sole e dal vento freddo di marzo, che si porta via l’inverno rovesciandolo più a nord.



                                                                                                   (1 - continua)












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